"La vita è un viaggio e viaggiare è vivere due volte"
Omar Khayyam

martedì 18 dicembre 2012

Quel che resta di Alberto


Nuotava da tutta la vita. Nuotava per imparare a nuotare, per crescere, per essere forte e robusto. Dopo qualche tempo iniziò anche a cacciare. Nell'acqua ci si trovava bene, era come un sogno a due tempi: prima si galleggia pigri, poi si nuota.

Un giorno decise che voleva uscire dall'acqua.
Incontrò i vecchi amici pesci, che nuotavano senza risparmio e sembrava non avessero altro da fare. Non riusciva bene a comunicare con loro.
Quando annunciò loro il suo intento nessuno gli credette.

"Non potrai respirare, morirai!!!"

Ma quel giorno Alberto iniziò a nuotare forte, anzi fortissimo, verso la riva. L'acqua diventava più calda e man mano che si avvicinava alla terraferma le zampe iniziarono a strisciare sul suolo.
Non si era mai accorto di avere delle zampe.

"Forse sono un animale come un'antilope o una quaglia!" pensò pieno di eccitazione. Essere un pesce l'aveva stancato.

L'ascesa all'aria gli procurò brividi sconosciuti.
Gli mancò l'aria, credette di morire.
Quando tutto il corpo fu fuori ed il pentimento di quella avventura si era già fatto padrone, iniziò a sentirsi diverso: vigoroso e superbo.

Iniziò a camminare, poi a saltare, sempre più alto, sempre più in là.

Sulla terraferma iniziò a viverci. Trovò del cibo buono anche lì, forse anche migliore.

"Ciao a tutti, sono Alberto e vengo dall'acqua!"

Le giraffe lo ascoltavano divertite, ché con i loro colli lunghi in acqua o fuori per loro era lo stesso. Le iene ridevano solamente ed ai leoni, per carità, non aveva mai osato avvicinarsi.

In fondo non era poi così male. Si era fatto degli amici in poche ore e il sole caldo era delizioso.

Presto però Alberto sentì nostalgia dell'acqua. Le cose antiche non si dimenticano neanche quando si è sopraffatti dai novizi entusiasmi.
Così si riavvicinò al lago.

Era così bello visto da fuori!

Non capì come mai quando invitò i nuovi amici a fare un bagno essi non lo seguirono, anzi lo schernirono: "Ci siamo già abbeverati, che idee strambe che hai animaletto dell'acqua, và via, questo caldo ci leva energie."

A queste parole Alberto si fece triste.
Non potè fare a meno di seguire la sua natura... però era solo.

Tornò in acqua, ma non era più come prima. I pesci non lo riconobbero e non era più capace di nuotare come una volta.
Dopo qualche ora si stancò e uscì fuori dall'acqua di nuovo. Gli animali della terra esclamarono "Già di ritorno? Strano che tu non sia morto!"

Non capiva perchè avessero cambiato il loro modo di fare.
A volte certi animali sono dispettosi e scambiano le diversità altrui per stranezze da cui stare alla larga.

Alberto passò qualche giornò così, uscendo e rientrando nell'acqua, non riuscendo a fare nient'altro.

Un giorno incontrò un animaletto vicino al lago.
"Ciao, come ti chiami? Io sono Alberto e non so se sono un animale di acqua o di terra, però posso saltare e nuotare!"
Lei lo guardò con tenerezza, lui colse lo sguardo di lei. Era sorpreso:  lo trovò così simile al suo...

"Ciao Alberto, io sono Priscilla, e sono una rana, quello che sei anche tu. Andiamo a nuotare insieme, dopo ci asciugheremo al sole e così sarà ancora più bello bagnarsi di nuovo!"

Alberto non poteva crederci.
Nonostante gli schernimenti, le proteste, i brividi e l'aria che a volte gli era mancata quel che restava di Alberto era un nuovo animale, forte dell'aver seguito le proprie inclinazioni, vincendo ogni paura.
Si sentì felice, senza capire bene il perchè; decise di tuffarsi con Priscilla nel lago, in quello che fu il vero inizio della sua vera vita da anfibio.


A mio fratello

mercoledì 5 dicembre 2012

Medicina e Chirurgia Roma LaSapienza

Se crescere significa partire
partire significa andare lontano
e andare lontano significa ritornare

Allora laurearsi corrisponde al pensionamento?

(L'esame di Psichiatria  è un viaggio negli abissi senza ritorno)