"La vita è un viaggio e viaggiare è vivere due volte"
Omar Khayyam

giovedì 8 marzo 2012

La comitiva di donne in Niqab

Oggi è la festa della donna e ad Aydin gentili signorine regalano fiori rossi e bianchi per la strada.
Le regalano con un sorriso, le regalano sotto il sole e, cosa che mi ha ancor di più sorpreso, le regalano a tutti.
Così nell'ora di punta la strada è un via vai fluttuante di petali portati a spada da bambini alti meno di un metro, donne di tutte le età e uomini più o meno aitanti.

E allora ho deciso di condividere queste brevi righe scritte qualche tempo fa, quando ero a Istanbul, città incantevolmente divisa tra la vecchia Europa ed il nuovo Oriente.

Non parlano né di torture ignobili né di donne operaie cadute in disgrazia perchè, in fondo, oggi si festeggia – che vi piaccia o no – una cosa bella ed è di cose belle che si dovrebbe parlare.

Perchè, diciamocelo, essere donne è una cosa perlomeno favolosa.


LA COMITIVA DI DONNE IN NIQAB

Ed è arrivata la Turchia, come una barca nel mare limpido.
Ci sono arrivata perchè è un caso, perchè a volte si fanno scelte pensando che siano un altro tipo di scelte. 
O forse non pensando abbastanza.
Gli areoporti sono caldi, le comitive allegre di donna in Niqab ancora di più. La dimostrazione reale che a volte smitizzare il femminismo occidentale si può.

E allora ve lo racconto, perchè quella volta mi sono sentita strana.

Camminavo per la strada, con una gonna troppo corta.
Istanbul brulicava di macchine e persone, il fumo dei tubi di scappamento danneggiati si mischiava allo sciame di voci delle persone in fila per raggiungere l'incrocio.
Era Novembre, il cielo sottilmente grigio e l'aria fredda per l'Inverno sopraggiunto.
Il cappotto non mi copriva bene, forse non era neanche un cappotto e - maledizione dell'inverno - sì faceva freddo.
Una sottile nebbia rotta dal caos contribuiva al sentirsi come solo di passaggio.
Mi misi ad aspettare ad un incrocio.
Sullo spiazzato di un'isola tra due strade con macchine sfreccianti stava una rosa nera di petali ballerini. 
Era una comitiva di donne in Niqab. 
Il fiore si aprì e i petali iniziarono a disperdersi nei pressi di dove prima stavano raggruppati, leggeri e calmi ad ingannare l'attesa.

Parlavano velocissime quasi a spettegolare, e avevano nel modo di fare la leggerezza di una scolaresca tutta al femminile. Se fossero state le protagoniste di Sex and The city non mi avrebbe sorpresa, se si fossero messe a correre urlando “eeeeeeeee” verso una popstar giapponese forse non sarei stata divertita più di così. E in più avevano quei bambini, i loro bambini, e l'alternarsi della frivola giovinezza con l'essere madre incantevolmente non cozzava affatto.

Io non lo so se fosse perchè erano tutte donne quelle parti di fiore così ben poste. Se perchè fossero con i loro bambini e mi sembrassero così dedite al ruolo di madre o se perchè fossero semplicemente belle a mostrare della loro felicità solo gli occhi ridenti. 
Io non lo so perchè, ma nel guardarle mi sono sentita felice.




(Per vostra curiosità:)



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