"La vita è un viaggio e viaggiare è vivere due volte"
Omar Khayyam

mercoledì 25 gennaio 2012

22 gennaio, 5 giorno: Sofia ci saluta con il giuramento del nuovo Presidente al popolo bulgaro,

22 Gennaio 2012: Plevneliev è il nuovo Presidente bulgaro, Sofia ci saluta con il suo giuramento officiale al popolo bulgaro che, dal canto suo, mi dedica un addio fatto da un fastidioso prurito anale

Atreju mi bacia in fronte, apro gli occhi, good morning Maria.
Sono in ritardo, la comitiva ormai è abituata e gli è più facile pensare che debbano sempre aspettarmi perchè sono Italiana, ed è così che sono gli Italiani, e non perchè "poco mi importa del tempo altrui".
Dopo una colazione mancata e alcuni degli amici di viaggio già in cammino io, Gaia e il polacco corriamo per incontrare il free-tour completo di guida che ti spiega sorridente tutta la città.

Se andate  a Sofia, a Bucarest, o a Belgrado informatevi sui free tour, di solito vengono indicati dai buoni ostelli; a volte il turismo è fatto anche da un reale sentimento di condivisione.

Raggiungiamo la piazza del Parlamento, maestosa, silenziosa e squisitamente pedonale come al solito.
Donne e uomini impellicciati sfilano con le loro bandiere, interviste si tengono sui palchi altrimenti deserti e quella che per me è una piccola folla si accalca dietro le transenne allestite per l'occasione.

Oggi il presidente conservatore Plevneliev riceverà benedizioni dal patriarca e bacerà croci, è il giuramento ufficiale di fronte al popolo bulgaro.
E' un uomo brizzolato, accompagnato da una donna elegante dal caschetto canuto.

La piazza, che in teoria sarebbe gremita, in realtà raccoglie quella che a me sembra la fredda partecipazione ad un comizio elettorale dell'Italia dei valori.
Tutt'altra cosa sarà nei giorni a seguire la protesta popolare rumena in piazza dell'università a Bucarest.

Io non so perchè ma queste cose mi fanno sempre un pò ridere.
E allora mi viene in mente Scalfaro a Campobasso che bacia i bambini, e di qua il gratuito volo pindarico ai diavoli dei Misteri (manifestazione popolare magnifica del mio bel Molise) che su questi carri portati a braccia urlano volgarmente e accettano di far piangere bambini che madri esibizioniste gli passano a braccia.


Folklore.



Questo omino esce dalla sua macchina, e saluta in un modo un pò buffo ed esagerato una folla che applaude più l'evento che lui. Sbatto le mani anche io per rispetto e penso che l'allestimento metodico di una piazza così bella per 50 metri di passeggio di un uomo che fa ciao-ciao sia un pò grotteco.
Ma tant'è che tutto il mondo è paese.

E così sotto una neve diurna portiamo la nostra Tavla (gioco da tavola turco ndr) a fare le foto com'è giusto che sia.
I miei compagni di viaggio sono brillanti e pieni di umorismo, e mi sento fortunata.
Il progetto "Tavlelling" procede benone e così come per lo gnomo di Amelie credo che nessuna Tavla al mondo possa vantare un book fotografico così geograficamente assortito.

Dopo aver fatto il nostro dovere rimaniamo incantati di fronte alla bellezza delle chiese ortodosse, fatte di cupole ed ori, l' iconoclastia un pò obsoleta non ci annoia e la cattedrale di Aleksandar Nevki è degna di un re. Mangiamo e beviamo, tanto e bene, per la solita cifra irrisoria.

Nel progettare i viaggi il più delle volte si ha molta poca fantasia, e così ci si ritrova a piangere miseria per stare 3 giorni in una capitale europea che ci ha già annoiato per fama prima ancora di riuscire a vederla.
A volte basterebbe pensare a come vorremmo che fossero 3 giorni felici e fermarci a passarli dove prima ci capita.

Ma c'è sempre il bene e il male, come Cristo ci insegna.
I bulgari coi colbacchi sono dappertutto, con la loro innata antipatia.

Io sento vivacemente di odiarli.

Torniamo in ostello, la Romani ci aspetta e non possiamo tardare. Dopo gli ultimi saluti all'italiano spastico  che non ho capito che malattia incurabile abbia, al giapponese vignettista che sta seduto sempre allo stesso tavolo per giorni, agli australiani che non capisco che accento abbiano e che dormono solo, andiamo in stazione.


Il cambio di valute ci confonde, non ho soldi contanti, decido di non prendere il vagone letto perchè non ci arrivo.
In treno litigo con i controllori, ci litigo a gesti, mi sale il sangue al cervello e non riesco a dormire.
Sono antipatici, spocchiosi, pienì di sè e non chiudono le porte dei vagoni.
E Già non si riesce a dormire per l'ennesimo problema al sistema di riscaldamento.

Passano, lasciano tutto aperto, il rumore assordante delle rotaie ti entra nel cervello, sbattono la porta con la straordinaria capacità di lasciarla aperta al contempo
alzati
chiudi la porta
richiudi gli occhi
ripassano
aprono la porta
rialzati
chiudi la porta
ripassano
così per sempre.

I nervi mi saltano li placco e gli chiudo la porta in faccia prima che facciano in tempo a riuscire.

Come possano essere così odiosi con una cucina così buona non riesco a capirlo.

Arriviamo a Bucarest, per fortuna.

E' da qui che ora scrivo e domani notte ci accingiamo alla partenza per Belgrado. Non dormo da giorni e non ce la faccio a scrivere ancora, basta dire che la Romania è un sogno e io non capisco perchè ci ostiniamo ad andare sempre a Londra e a Parigi.

- dinamiche di gruppo in evoluzione -
qualcosa si smuove, oggi Gaia è partita e adesso, unica donna insieme alla Tavla, sono la mascotte ufficiale del gruppo.
I tormentoni si sprecano e diventando affiatati ci prestiamo a sfide continue. Attualmente non riesco a muovere un braccio per un piccolo trauma al deltoide causato dallo scontro col polacco mentre ci si lanciava rotolando da una cima innevata della Transilvania

Quando mi ricapita?

Forza Campobasso. (oggi ho mostrato la mia casa e la mia città ai miei piccoli nordici amici e la nostalgia un pò è canaglia)

2 commenti:

  1. Forza cb tutta la vita! Bevemm birra forst e nienDe chiùùùùù!!!! Cmq mi è piaciuta un botto la frase "Come possano essere così odiosi con una cucina così buona non riesco a capirlo." auahauhauahu!

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    1. più sto in giro e più penso all'agognato e mai obsoleto castello Monforte (e se a Cb mi bevevo la Forst qua mi bevo la Efes, tutto il mondo è paese)

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